Gentile Sig Giorgio Temporelli,
ho letto il suo interessante articolo sull’Acqua che beviamo.
Sto cercando infatti una argomento che è difficile trovare. Vorrei infatti chiederle se nelle acque minerali provenienti da zone tufacee è possibile trovare il RADON ,elemento radioattivo che ritengo pericoloso per la salute.
Si fanno alle sorgenti i test coi geiger? Il processo di imbottigliamento fa disperdere questo gas pericoloso?
Sentiti ringraziamenti e saluti
Pietro
Risposta:
Buongiorno sig. Pietro,
sì, sono molte le rocce che contengono il radon, in particolare quelle di origine vulcanica come le lave, le pozzolane, i tufi, il granito ed il porfido. Le aree più a rischio sono quelle che presentano formazioni geologiche originatesi da fenomeni vulcanici, frequenti soprattutto nelle aree collinose e montuose del Lazio, della Lombardia, del Friuli e della Campania.
Il Radon, essendo un gas, è volatile e per questo viene assimilato principalmente per via aerea quando emesso dai materiali utilizzati in edilizia; esso si trova anche nelle acque tuttavia in tale ambito il pericolo è ridimensionato dal fatto che il tempo di dimezzamento (periodo dopo il quale l’isotopo radioattivo riduce a metà la sua attività) del Radon-222 è di 3,825 giorni. Il monitoraggio del radon nelle acque minerali, e quindi il loro livello di radioattività, avviene con particolare interesse per gli utilizzi “immediati”, ovvero le applicazioni termali(es. fanghi).
Sperando di aver fatto cosa gradita la saluto cordialmente
Dott. G.TEMPORELLI