Buongiorno sig. Temporelli,
Sono Giuseppe xxxxxx della ditta xxxxxxx in prov. di Salerno, ho partecipato lo scorso anno a un convegno in sua presenza presso la fiera di Padova. Le scrivo per raccontarle una mia esperienza di questi giorni con un medico sanitario dell’usl in prov. di Salerno. Un cliente vuole aprire un ristorante al quale deve trasportare l’acqua dall’acquedotto comunale con cisterna in regola di certificati e autorizzazioni in regola, presso l’accumulo in acciaio installato nella struttura. Ebbene il medico non gli vuole rilasciare l’autorizzazione perché pretende l’installazione di un impianto ad osmosi inversa, secondo lei questa persona può pretendere una cosa simile?o si dovrebbe limitare semplicemente a controllare che l’acqua sia nei parametri di potabilità non curandosi del come ma del risultato. Infatti io avevo proposto (dopo aver visionato le analisi dell’acqua) l’installazione di una lampada UV.
Nell’attesa di un vostro gentile riscontro vi porgo i più distinti saluti.
Giuseppe
Risposta:
Buongiorno sig. Giuseppe,
secondo me ha ragione lei, l’importante è che l’acqua risulti potabile, nel caso dell’autobotte nel punto in cui fuoriescono dalla cisterna e, per l’acqua utilizzata da un’impresa alimentare (cosa che un ristorante è), nel punto in cui sono utilizzate dall’impresa stessa. Così stabilisce l’Art.5 del D.Lgs 31/2001. L’installazione di una lampada UV è sicuramente un accorgimento valido.
Per qualsiasi cosa sono a disposizione
Un caro saluto
Dott. Giorgio TEMPORELLI