Buongiorno, ho letto negli anni alcuni suoi articoli e sono incuriosita dal tema delle acque ‘depurate’ ad osmosi inversa tramite impianti domestici.
Sto valutando se installarlo nel mio appartamento e ho effettuato diversi appuntamenti con varie aziende che effettuano il test alimentare (con un the), la conducibilità elettrica della tabella di Vincent, l’idrossido di potassio per rilevare presenza di metalli nell’acqua (test dei precipitali), il test del sapone, quello del cloro con l’inchiostro.
Chiedo una sua spiegazione a conferma o smentita di quanto mostrato, che mi ha abbastanza terrorizzata sull’utilizzo dell’acqua del rubinetto.
Spero di avere presto un suo riscontro
Cordiali saluti
Risposta
Buongiorno Arianna,
la tecnologia dell’osmosi inversa per il trattamento dell’acqua è molto diffusa, anche in ambito domestico. In alcuni casi il suo impiego può essere considerato “sovrabbondante”, in quanto va ad intervenire sul contenuto salino dell’acqua (riducendolo) quando magari può essere più che sufficiente un intervento più semplice attraverso dei carboni attivi, in grado di migliorare il gusto dell’acqua. In altri casi invece il suo impiego è fondamentale, se si vuole appunto ridurre la salinità dell’acqua o rimuovere alcuni componenti indesiderabili. Il suo impiego, come del resto qualsiasi trattamento dell’acqua in ambito domestico, dovrebbe essere quindi valutato caso per caso. Sicuramente si tratta di una tecnologia la cui efficacia è universalmente riconosciuta, purtroppo però questi impianti vengono a volte proposti con tecniche di vendita diciamo poco chiare, mirate a screditare l’acqua del rubinetto in favore dell’acqua osmotizzata, proprio come ha evidenziato lei.
Per rispondere alla sua richiesta di conferma o smentita di quanto mostratole, la indirizzo a due articoli che avevo scritto proprio su queste specifiche pratiche, che dovrebbero chiarirle la situazione.
Non esiti a ricontattarmi se lo ritenesse utile
Un cordiale saluto
Giorgio TEMPORELLI