Mentelocale (Genova), 24 Maggio 2011
A seguito della crescita esponenziale delle vendite di caraffe filtranti, Mineracqua si è fatta sentire, con un esposto inviato al procuratore Raffaele Guariniello e firmato da Ettore Fortuna, presidente della federazione delle industrie delle acque minerali. Nel documento si sostiene che dopo il passaggio attraverso i filtri l’acqua non sarebbe più potabile, perché depauperata di elementi nutritivi e contaminata da corpi estranei; affermazioni forti che provengono da un settore merceologico che da circa trent’anni non ha fatto altro che crescere ma che, negli ultimi tempi è in lieve flessione. Una sensibile diminuzione nei consumi delle acque in bottiglia dovuta sicuramente ad una maggiore consapevolezza ambientalista ed il conseguente rifiuto per una buona parte dei consumatori di acqua minerale confezionata in PET; ma anche attribuibile all’ampia diffusione di sistemi di trattamento al punto d’uso dei quali le caraffe filtranti fanno parte. Ciò spiega, almeno in parte, le motivazioni di questo attacco frontale da parte di Mineracqua.
Ma vediamo più nel dettaglio come funzionano le caraffe filtranti, cosa possono e non possono fare, se possono avere qualche utilità e se davvero sono pericolose. Innanzitutto è doveroso precisare che gli elementi filtranti di cui è costituita la cartuccia non sono una novità, si tratta infatti dei ben noti carboni attivi e delle resine a scambio ionico, materiali utilizzati da decenni con efficacia nel trattamento delle acque.